Il Trading nel nostro paese? Gli italiani investono senza studiare

formazione sugli investimenti

Qual è l’identikit del trader fai da te in Italia? Maschio, over 50 e diplomato. A dipingere il quadro ci ha pensato WeBank, banca online del gruppo Banco Bpm, che prosegue poi indicando come l’82% degli investitori sono uomini e il 18% donne; il 69% ha un diploma e il 22% una laurea. Il 51% svolge lavoro di impiegato, il 10% è pensionato, l’8% libero professionista, il 7% dirigente, il 4% imprenditore; non mancano gli studenti che sono appena il 4%.
Il trading online cresce anche in Italia e abbraccia quindi diverse fasce di popolazione. E al contempo aumentano anche i rischi legati a questo nuovo approccio agli investimenti. Perché sono in tanti, ed ecco il vero limite di questo strumento, coloro i quali iniziano ad investire tramite la rete spinti dalla facilità di approccio; ma senza avere conoscenza vere, o quantomeno minime, sul tema. Quello che può accadere dopo è piuttosto evidente.

Italiani, conoscenza in materia finanziaria:

Interessante da questo punto di vista ascoltare quanto riferito da Assopopolari, l’Associazione nazionale fra le banche popolari, che ha affermato come in Italia a mancare sia un’educazione finanziaria di base.
In sostanza le conoscenze degli italiani parlando di economia sarebbero piuttosto scarse; un livello di alfabetizzazione finanziaria scadente che va ovviamente a incidere sull’esito degli investimenti che gli italiani effettuano. Soprattutto nel caso del trading online, che implica di fare tutto da soli senza il supporto di consulenti esterni.

I Broker Online in Italia:

Eppure a fare trading online oggi in Italia sono in molti: basti pensare che ci sono 120 piattaforme di broker online operative nel nostro paese (si intende qui solo piattaforme autorizzate regolarmente dalla Consob, l’organo preposto a rilasciare permessi per operare).
Quello che è mancato è stato un desiderio di apprendere di pari passo il funzionamento dello strumento; in sostanza gli italiani si sono lanciati nel trading online a capofitto, spinti dalla facilità di utilizzo dello strumento; in fondo basta collegare un pc alla rete, andare sul sito di una piattaforma di trading, aprirsi un conto, e in pochi minuti si può iniziare a investire.
Nulla di più facile; è normale che moltissimi utenti si siano lasciati invogliare e abbiano testato lo strumento del trading senza prima passare per una fase di formazione. Sarebbe un po’ come mettere sul tavolo decine di caramelle e dire ad un bambino di non toccarle se prima non ne studia a fondo l’essenza.

Operare sui mercati non è un gioco:

È questo il mantra che dovrebbe essere ripetuto fino allo sfinimento: operare sui mercati non è un gioco. Il trading online necessita di una fase di studio preliminare prima di poter iniziare a sperimentare lo strumento in modo concreto.
Investitori non ci si improvvisa, benchè stiamo palando di un qualcosa sul cui esito finale spinge anche la componente fortuna e caso. Andarsi a ‘chiudere’ troppo tra analisi tecnica, analisi fondamentale, regole dei mercati, grafici di qualsivoglia natura… può essere anche controproducente; ma approcciarsi al trading online senza un minimo di studio è, comunque, un suicidio.

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