Escapologia fiscale: cos’è e come funziona

Escapologia fiscale

Se conoscessi un modo per pagare meno tasse attraverso piccoli accorgimenti del tutto legali, li applicheresti alla tua attività finanziaria? Probabilmente si, ci sentiamo di rispondere per tutti.
Questi metodi esistono e rappresentano uno strumento sempre più utilizzato dai contribuenti, specialmente quando si tratta di liberi professionisti o imprenditori che vorrebbero minimizzare l’impatto della pressione fiscale sulla propria attività. Si tratta della cosiddetta escapologia fiscale, ossia di un insieme di strategie – legali e sicure, purché attuate con criterio – che permettono di pagare meno tasse senza rischi. Vediamo da vicino di cosa si tratta e a cosa si fa riferimento quando si parla di escapologia fiscale.

Quale società costituire per pagare meno tasse?

Tra le strade della escapologia-fiscale, si ricordano quelle relative alla tipologia di società più conveniente. Si è diffusa, per esempio, la pratica di costituire le cosiddette ”limited company”, forme societarie previste dall’ordinamento britannico e note per i vantaggi fiscali che comportano.
Il ricorso a questo tipo di società, tuttavia, potrebbe non essere più davvero vantaggioso per chi intende trasferire le proprie attività dal territorio italiano: la residenza effettiva nel Regno Unito è un requisito imprescindibile e dopo la Brexit le condizioni si complicano notevolmente.
Molto in voga anche la recente abitudine di investire in Bitcoin e altre criptovalute, spesso preferite per la maggiore difficoltà con cui si tiene traccia dei loro movimenti. È indubbio, tuttavia, che presto anche gli ordinamenti europei si muniranno di strumenti adeguati a controllare il fenomeno, riducendo notevolmente l’area franca che si è creata attorno ai traffici di valute virtuali.

Trucchi della escapologia fiscale per pagare meno tasse

Il sogno di ogni contribuente è quindi davvero esente da ombre? Il grande interesse sviluppatosi ultimamente intorno alla escapologia fiscale è legato alla recente pubblicazione di libri che hanno riportato in auge questa tematica. In particolare quello dell’ imprenditore Gianluca Massini Rosati, l’escapologo delle Iene.
Nonostante il ritorno all’attenzione del pubblico sia avvenuto durante gli ultimi anni, però, le strategie consigliate sono note ai commercialisti e agli esperti da lungo tempo. Un esempio? Tra i trucchi più diffusi e praticati si annovera senz’altro quello di trasferire la propria attività all’estero, prediligendo i Paesi con minore pressione fiscale.
Questa pratica è possibile da sempre per coloro che risiedono all’estero almeno 185 giorni l’anno: un escamotage, quindi, non solo del tutto legale ma già attuato da centinaia di imprenditori e professionisti ben prima che l’escapologia fiscale fosse concepita come vera e propria tecnica a sé stante.

Trasferire la propria attività all’estero per pagare meno tasse

Nella scelta del Paese estero nel quale radicare la propria attività, tuttavia, occorre prendere in considerazione molte variabili. Spesso, infatti, il vantaggio di una minore pressione fiscale è del tutto controbilanciato da svantaggi che si ripercuotono sul tenore di vita, invisibili all’occhio di un non esperto
L’assenza di strumenti di welfare o un sistema sanitario a pagamento, per esempio, potrebbero riportare il bilancio in negativo. L’applicazione sconsiderata dei metodi proposti dall’escapologia fiscale, insomma, potrebbe creare conseguenze negative inaspettate. La consulenza di un commercialista risulta essenziale per evitare sorprese, ma soprattutto per impedire che i i metodi fai-da-te siano fonte di svantaggi superiori ai vantaggi sperati.

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