Il credito ai giovani è uno dei principali problemi nel nostro Paese: a rendere l’argomento così complesso, il fatto che, a richiedere i prestiti, siano cittadini che, nella maggior parte dei casi, presentano una bassa capacità reddituale sulla quale impostare il piano di rientro.
In sostanza i giovani che vogliono ottenere un prestito devono rivolgersi ad altre vie: l’ampio ventaglio delle soluzioni prevede, in particolare, un istituto allettante per ovviare a tali criticità. Si parla del prestito d’onore, concetto spesso utilizzato anche in linguaggio corrente ma che ha alla base una precisa regolamentazione. Andiamo a vedere come funziona ed in che modo è possibile richiederlo.
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Cos’è il prestito d’onore
Il prestito d’onore è entrato a far parte del nostro ordinamento nel 1996, quando è comparso in un provvedimento il cui obiettivo era quello di favorire la promozione dell’imprenditorialità giovanile nelle regioni meridionali e cercare di porre argine ad una situazione molto complessa di quelle aree.
Il suo nome deriva dal fatto che l’erogazione avviene sulla base di un impegno morale a portare a termine un determinato progetto, invece che su quella di garanzie reali o personali che caratterizzano solitamente gli altri prodotti creditizi. Esteso in seguito al resto del Paese, il prestito d’onore è oggi regolamentato dal decreto legislativo 185/2000, il quale si pone l’obiettivo di favorire l’entrata nel mondo del lavoro di giovani e altre figure che ne sono attualmente escluse.
Chi può richiederlo?
Chi può richiedere il prestito d’onore? Solitamente le condizioni per ottenerlo sono le seguenti:
- Residenza:
il godimento della residenza nel nostro Paese da almeno un semestre;
- Età:
una età anagrafica compresa tra i 18 e i 35 anni;
- Categorie svantaggiate:
far parte di categorie critiche, come le donne, i disoccupati o gli inoccupati;
- Settore:
riservare il proprio operato al settore del commercio, dei servizi o alla produzione di beni, escludendo di conseguenza attività come l’agricoltura o la pesca.
Come sono concessi i finanziamenti
In genere, l’erogazione del capitale avviene sotto forma di finanziamento a fondo perduto e di prestito personale a tasso agevolato. I piani di rientro sono strutturati in un quinquennio, nel corso del quale il firmatario è tenuto a non prestare il suo operato come dipendente a tempo indeterminato.
Un accorgimento abbastanza comprensibile, in quanto questo eventuale rapporto di lavoro andrebbe ad ostacolare la possibilità di fronteggiare il piano di rientro concordato.
I principali vantaggi del prestito d’onore
Tra i vantaggi più consistenti di questa forma creditizia, sicuramente è da annoverare il fatto che per averlo non sia necessario disporre di un reddito. Trattandosi di giovani, ove il tasso di disoccupazione in Italia è ancora elevatissimo, si tratta di un vantaggio non da poco.
Il secondo è da ravvisare nel fatto che le condizioni dei piani di rientro sono molto favorevoli: a partire dai tassi d’interesse previsti, che si attestano di solito ad un buon 70% in meno rispetto a quello che vengono utilizzati nell’ambito dei prestiti personali tradizionali.